Porto cresciuto all’ombra della specializzazione, Monfalcone sta proseguendo il percorso di valorizzazione, che trova linfa nelle politiche di integrazione e cooperazione sviluppate dall’Autorità di Sistema Portuale del Mar Adriatico Orientale (AdSPMAO), guidata da Zeno D’Agostino.
Tra le differenti vocazioni del porto, che abbraccia l’ampia gamma delle merci varie, quella del project cargo o fuori sagoma heavy lift, occupa un posto molto importante, stimolata nei decenni dalla presenza nel territorio di importanti realtà produttive industriali, una per tutti Fincantieri, asset italiano, uno dei pochi, di rilevanza nazionale ed internazionale.
Pur non riscuotendo particolare interesse nel dibattito portuale italiano, monopolizzato quasi interamente dai contenitori e dalle merci unitizzate, la movimentazione portuale di progetti si posiziona tra le attività più strategiche del processo di trasferimento delle merci, sottendendo allo sviluppo infrastrutturale di intere regioni e paesi. Riguarda, infatti, mega componentistiche e macchinari, che dalle aziende produttrici si spostano verso i siti di realizzazione di grandi opere: dalle centrali energetiche ai satelliti, dai ponti alle condutture, alle navi, alle linee ferroviarie, all’edilizia industriale e civile. In tal senso, può non essere eccessivo affermare che il traffico portuale heavy lift al di là dei benefici economici diretti anche occupazionali, sia, contemporaneamente, premessa e componente necessaria della logistica globalizzata, della espansione del progresso, del miglioramento delle condizioni di vita delle comunità e della sostenibilità ambientale, sociale ed economica, consentendo approvvigionamenti strategici, in tutta sicurezza, troppo costosi o impossibili da realizzare in loco.
Ma trasbordare, caricare o scaricare project cargo via mare, per quanto rigorose siano e possano essere le procedure, non è un processo ampiamente standardizzabile, come invece accade per le movimentazioni contenitori, roro o talune rinfuse. Muovere un fuori sagoma, ingombrante ed enormemente pesante, comporta ogni volta l’apertura di un nuovo capitolo: cambiano forme, pesi, misure, e cambiano le stagioni e le condizioni meteo, come le navi e gli equipaggi coinvolte nel trasporto, tutti fattori interdipendenti, che si condizionano reciprocamente dando luogo a processi non omologabili tra loro.
Per compiere tali operazioni occorrono squadre di portuali altamente specializzati, non solo e semplicemente formati tecnicamente e in grado di gestire le attrezzature meccaniche e tecnologiche di supporto alle operazioni. Il bagaglio di esperienza diretta e tramandata, individuale e di squadra, indispensabile ad affrontare con competenza ed in sicurezza le delicate operazioni di rizzaggio/derizzaggio e trasbordo dei progetti, caratteristica generale del lavoro portuale che lo rende infungibile, in questo ambito raggiunge i livelli molto elevati.
Il porto di Monfalcone, entrato nella AdSPMAO nel 2020, ha questa preziosa sapienza, destinata a crescere ulteriormente, una volta che sarà completata la programmazione avviata dalla Autorità di Sistema. Infatti, per il porto isontino, noto anche con il nome di Portorosega, è stata predisposta una suddivisione razionale delle aree portuali, in base alle attività delle quattro imprese che vi operano, attraverso un processo di demanializzazione degli spazi e relativa implementazione delle concessioni portuali, che stimoleranno gli investimenti privati necessari alla crescita delle attività portuali. In tale pianificazione, per la CPM (Compagnia Portuale Monfalcone), controllata del gruppo TO Delta, operatore multimodale di proprietà della famiglia Maneschi, si apre la possibilità concreta di estendere le proprie attività di imbarco e sbarco di ogni tipo di merce, ma soprattutto di allargare la specialità del project cargo, anche grazie al potenziamento intermodale pianificato dalla Autorità di Sistema.
Una volontà di sviluppo confermata anche dai recenti successi raggiunti da CPM, che è salita nuovamente alle cronache per una complessa operazione di trasbordo riguardate ben 8 progetti diretti a Taiwan. L’importanza dell’operazione consiste anche nel fatto che è stata realizzata grazie alla sinergia dei due porti di Trieste e di Monfalcone, che si è espressa nel lavoro coordinato di più soggetti: il terminalista triestino Frigomar del gruppo Samer, che tra le sue caratteristiche, oltre alla movimentazione e logistica dei prodotti refrigerati, ha un terminale heavy lift per la movimentazione di colli di dimensioni e peso eccezionali, l’operatore globale triestino Ocean, specializzato in servizi portuali e offshore, e l’impresa portuale CPM di Monfalcone.
Grazie a impegnative operazioni riuscite alla perfezione, 4 motori, di massa 160 mt (metric ton) ciascuno, 2 thruster (propulsori), di massa ognuno 40 mt e 2 eliche, di massa ognuna 40 mt, per un totale di 8 progetti di peso complessivo di oltre 800 tonnellate, dal terminal Frigomar sono stati stivati a bordo della nave general cargo, di bandiera panamense lunga 175 metri, Loe Fortune, ormeggiata nel porto di Monfalcone. Il carico, uscito dallo stabilimento Wartsila Italia di Bagnoli della Rosandra, uno dei più grandi impianti del gruppo finlandese specializzato in motori per i settori energetico e marino, è arrivato via terra al terminal di Trieste Frigomar, dal quale è stato sistemato sul pontone P9 della Ocean, che li ha traghettati fino a Portorosega, ormeggiando a pacchetto alla Loe Fortune. Qui sono iniziate le complesse operazioni, pezzo per pezzo, di trasbordo da pontone a nave, seguito da rizzaggio, effettuate con perizia dalla CPM, il tutto “organizzato nel rispetto dei più alti standard di sicurezza, grazie al contributo della Capitaneria di Porto Monfalcone, dell’Autorità Portuale del Mare Adriatico Orientale e alla collaborazione dei servizi tecnico-nautici” fa sapere CPM.
Dopo l’imbarco di ulteriori 2 fuori sagoma heavy lift, 2 reattori da 16 e 20 metri, mediante due gru, la nave è salpata con grande soddisfazione di tutti, clienti in primis. Ancora una volta, nel sistema portuale iso-giuliano, l’unione fa la forza.
Giovanna Visco
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interessante!