Nella quiete del dopo Trump una riflessione sulla Cina

In attesa di comprendere gli aggiustamenti in politica estera della nuova amministrazione statunitense di Biden, è possibile prendere una pausa di riflessione ora che i martelli pneumatici trumpiani sono spenti.

in particolare, può essere interessante rivedere, fuori dalle polarizzazioni e le sterili tifoserie, la Cina e le sue iniziative economiche disseminate nel mondo, in parte pianificate sotto il cappello Belt and Road Iniziative. Questo potrebbe essere il momento più adatto per interrogarsi se le azioni della Cina nel mondo siano proprio così colonialiste, come sponsorizzato da potenze che si contendono ferocemente le regioni del mondo per le telecomunicazioni, l’energia e il posizionamento militare. Quale è la linea di demarcazione tra cooperazione e ingerenza?

Superare le logiche contrapposte del bianco o del nero, è un passo culturale importante per costruire l’indipendenza e l’autonomia della Unione Europea , saldandola su un sano federalismo di pace, diversità, condivisione, amicizia. Proteggere e costruire l’Unione Europea, dandole valore politico, prima che economico, significa consentire la libertà e il progresso ai suoi 27 Stati membri., che da soli sarebbero foglie al vento, in un mondo geopoliticamente aggregato.

La polarizzazione porta al pregiudizio ed al pensiero unico, che limitano le possibilità dell’uomo e della società in cui vive, ed ostacolano l’approfondimento critico, senza il quale l’agire è miopie. la miopia dell’agire rende impossibile la costruzione delle migliori risposte possibili per tutti ai problemi.

Le demagogie manipolative che sottendono ognii sovranismo populista sono un cancro che mette a repentaglio la calma razionale, o metaforicamente il sangue freddo, e lo spirito collaborativo di tuttii, necessari a fronteggiare le crisi profonde, come quella procurata dalla Sars Cov2. Sotto questo punto di vista, è una benedizione che Trump sia stato esautorato, sebbene gli strascichi delle pesantissime ingerenze sue e dei suoi alleati si faranno ancora sentire in tutto il mondo.

Un mondo che in gran parte ha bisogno di essere sostenuto, incoraggiato, aiutato nel rispetto delle diversità, della autonomia e della libertà. Serve bloccare la Cina oppure creare percorsi di dialogo comune in cui ogni parte trae soddisfazione?

A seguire un intervento del prof. Amital Etzioni, docente di Affari Internazionali all’Università George Washington, pubblicato da The Diplomat, che offre qualche spunto di riflessione.

Buona lettura!

IS CHINA THE NEW COLONIAL POWER?

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