Il tempo perso dalle navi agli ancoraggi in attesa di attraccare o di collegarsi ai terminali, a causa del congestionamento di terminal e porti, può essere eliminato con un nuovo sistema universale Just In Time (JTT), che regolando la velocità di crociera delle navi in arrivo, riduce il consumo di carburante e di emissioni di gas serra, e migliora l’efficienza dei porti e la pianificazione organizzativa dei terminal.
E’ quanto sostiene DCSA, Digital Container Shipping Association, che raccoglie il 70% dei vettori e ha pubblicato recentemente la prima parte del suo programma JIT Port Call, affrontato insieme al Terminal Industry Committee 4.0 (TIC4.0) e in linea con gli standard della Guida JIT di IMO e ITPCO (International Task Force on Port Call Optimization). JIT Port Call introduce definizioni standard per i processi di arrivo nave in porto, da strutturare a livello globale, rispondendo alla necessità sempre più impellente di offrire soluzioni agli effetti del congestionamento dei porti, creato dalle complesse tempistiche di ingresso/attracco e di sbarco/imbarco contenitori delle meganavi. Questa esigenza commerciale oggi incontra sul medesimo terreno la necessità di ridurre i gas serra prodotti dal trasporto marittimo.
Come spiegato dal direttore del programma DCSA, Marcel van de Pol, e riportato da The Loadistar, i ritardi di attracco delle navi sono spesso il risultato di 3 fattori fondamentali, quali la mancanza di linguaggio comune tra vettori, terminal e porti, che usano termini diversi per descrivere la stessa cosa; la comunicazione incompleta sulle operazioni di ormeggio; l’assenza di interoperabilità dei sistemi. Molti grandi porti, come Rotterdam, Antwerp e Hamburg, hanno già piattaforme intelligenti per l’attracco e l’ottimizzazione degli scali, ma sviluppate isolatamente, utilizzano terminologie e tecnologie diverse ed affrontano questioni specifiche locali, che rendono impossibile qualsiasi ipotesi di utilizzo condiviso.
La pubblicazione DCSA contiene una prima serie di 17 definizioni standardizzate di dati che affrontano la mancanza di un linguaggio comune: 12 timestamp riguardano la pianificazione tra cui orario di arrivo stimato e quello richiesto al punto di imbarco pilota; 5 invece sono timestamp effettivi, quali ad esempio l’ora effettiva di arrivo all’ormeggio, che ad esempio è definita come l’ora della prima linea a terra. Inoltre, sono fornite definizioni e formule per il calcolo del tempo di attesa, di quello di inattività, e quello del ritardo.
Queste definizioni possono essere scaricate gratuitamente dal sito web DCDA, per consentire a nave, porto e terminal di scambiare uniformemente i dati, agevolando la pianificazione digitale e l’ottimizzazione delle operazioni. Secondo DCSA, la loro adozione diffusa è propedeutica alla realizzazione di un ecosistema di scalo digitale globale, trasparente e just in time, ed a inizio 2021 lancerà un progetto pilota di sperimentazione con un porto europeo e uno asiatico.
Successivamente, il programma JIT Port Call di DCSA includerà definizioni e protocolli API (Application Programming Interface) per software dedicati.
Anche BIMCO ha formato un gruppo di esperti per redigere una clausola che risolva le questioni contrattuali legate al Just In Time. I viaggi charter obbligano la nave alla velocità, ma il principio JIT introduce l’opzione di rallentarla, rendendo necessaria una nuova clausola.
Il concetto JIT è noto all’industria marittima da oltre un decennio, ma solo oggi ha guadagnato notevole considerazione, per la capacità di lavorare almeno su tre fronti diversi: migliorare l’efficienza dei porti, ottimizzare gli scali e soprattutto ridurre le emissioni di gas serra.
Per raggiungere l’obiettivo di abbassare l’impronta di carbonio del porto senza intaccare la durata complessiva del viaggio di una nave, il JIT assorbendo solo il tempo di attesa, è il sistema migliore per far arrivare la nave nel luogo e nell’orario designati per procedere immediatamente all’attracco in banchina o presso il terminale, ed iniziare le operazioni di sbarco/imbarco della merce, coinvolgendo tutti gli attori del processo: terminal, servizi tecnico-nautici, agenti marittimi e gli altri fornitori di servizi.
In aggiunta, Il team messo insieme da Bimco elaborerà anche una clausola per promuovere, da parte di navi e porti, l’uso globale in formato standard dei dati IMO nella comunicazione delle informazioni di arrivo e partenza nave. Le bozze di entrambi saranno esaminate da Bimco a gennaio 2021.
Giovanna Visco
Foto di copertina di Roy Jankowski