La Polonia può realisticamente pensare di uscire dall’Unione Europea?

Morawiecki e Orban si sono incontrati a Varsavia per concordare una strategia comune, Polonia-Ungheria, di protesta al vertice Ue del 10-11 dicembre e la successiva riunione del Consiglio europeo che dovrebbe approvare il pacchetto di aiuti e il suo budget 2021-2027 per un totale di 1,8 trilioni di euro.

Rifiutano le condizioni dello Stato di diritto sui finanziamenti, ritenendole una perdita di sovranità.

Una sovranità che come è intesa dal premier Mateusz Morawiecki e dal suo governo di destra populista  guidato dal partito Diritto e Giustizia, è contestata da migliaia di polacchi, nonostante le cariche della polizia. Da circa un mese manifestano contro il verdetto della Corte suprema, ormai non più indipendente ma assoggettata all’esecutivo, che ha emesso un verdetto che rende impossibile l’aborto terapeutico quando il feto presenta gravi menomazioni. 

Il paese sta attraversando una campagna populista all’insegna dell’omofobia, che lo rende uno dei 6 paesi europei a non legalizzare ancora in alcun modo le unioni tra persone dello stesso sesso. Al culmine dell’ondata omofobia alcuni sindaci hanno dichiarato il proprio comune libero da lgbt, suscitando la reazione immediata di ritiro dal gemellaggio di alcune città europee. 

La catena francese Carrefour Polska, che in Polonia ha 900 punti vendita, ha ritirato invece la pubblicità dalla televisione di Stato Telewizja Polska (Tvp), dopo che una utente le aveva segnalato con un tweet che  le sue pubblicità erano comparse on line accanto a titoli omofobi. In un tweet di risposta Carrefour Polska ha spiegato il suo disimpegno con la tv polacca con il non voler essere accostata a messaggi che “non corrispondono ai valori dell’azienda”.

La Polonia, insieme alla Ungheria, è sotto indagine formale Ue riguardo l’erosione degli standard democratici, che le candida a potenziali tagli ai finanziamenti, che potrebbero superare i 180 miliardi di euro nei prossimi anni. Ma al di là di tutto, il vero problema per Morawiecki è che alla maggioranza dei polacchi l’Unione Europea piace, come rilevano molti sondaggi.

Dal 2004 Polonia ha ricevuto 127 miliardi di euro netti più di qualsiasi altro Paese Ue e più di 2 milioni di polacchi hanno potuto lavorare all’estero. Dal prossimo bilancio e dal fondo attualmente bloccato dovrebbe ricevere 139 miliardi di euro di fondi e 34 miliardi di prestiti.

Dal 2004 in Polonia è iniziata una radicale infrastrutturazione del paese e la creazione di una economia profondamente interdipendente con l’Unione Europea, attestata dall’80% di export e circa il 60% di import con i paesi Ue nel 2018, che l’ha portata al 6° posto nella classifica delle principali economie europee. 

Paese baltico confinante con Germania, Repubblica Ceca, Slovacchia, Ucraina, Bielorussia, Lituania e Russia, fa parte del gruppo Visegrad e della Iniziativa dei Tre Mari.

Potrebbe esserle funzionale una Polexit? 

Certo lo sarebbe alla Russia di Putin e fino a ieri agli Stati Uniti di Trump, che si sono trovati d’accordo nel non volere una Unione Europea coesa, indipendente e in crescita. 

Qui il link di un interessante articolo sull’argomento, pubblicato da Politico.

Buona lettura!

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