La meganave Ever Given ripassa dal Canale di Suez verso la Cina. Il video SCA (Suez Canal Authority)

Si è chiuso il cerchio dell’incidente nel Canale di Suez, che ha causato l’interruzione temporanea della rotta commerciale breve Asia-Europa, tra le più rilevanti del commercio internazionale. Per 6 giorni, dal 23 al 29 marzo, la mega nave Ever Given, con un carico di oltre 18.000 container pieni di merce del valore stimato di circa 780 milioni di dollari, diretta a Rotterdam e a Felixstowe, ha letteralmente tappato il Canale, imprigionando a catena circa 26 milioni di tonnellate di merci su oltre 420 navi e procurando perdite di milioni di dollari, causate dalle merci deperibili o abbandonate dai ricevitori.

iImmagine ripresa dal satellite

A 5 mesi dall’accaduto, lo scorso 21 agosto, in un convoglio di 26 navi, la Ever Given ha potuto riattraversare il Canale di Suez per la 22esima volta, da quando è in servizio, proveniente dal porto britannico di Felixstowe e diretta in Cina, scortata da 2 rimorchiatori e da un gruppo di piloti del Canale.

Varata nel 2018, la gigantesca nave, un vero e proprio grattacielo galleggiante, che batte bandiera panamense, è lunga 400 metri, larga 59. Di oltre 219mila tonnellate di stazza lorda (GT), può trasportare fino a 20.388 teu (1 teu=1 container da 20 piedi) ed è tra le più grandi portacontainer al mondo. Di proprietà della società giapponese Shoei Kisen Kaisha Ldt, è impiegata in time charter dalla Evergreen Marine Corp di Taiwan.

Nei giorni dell’incidente, le condizioni meteo avverse avevano portato alla chiusura temporanea dei due porti di Alessandria sul Mediterraneo e di altri 4 porti sul Mar Rosso; al momento del passaggio della nave, soffiavano sul Canale forti venti a 30 nodi, determinando scarsa visibilità per la conseguente tempesta di sabbia desertica, molto polverosa. Questo evento, combinato con la complessità dimensionale della nave e possibili altri fattori tecnici e umani, ha portato la Ever Given ad incunearsi in diagonale, bloccandola tra le due sponde del Canale. nel fango, roccia e sabbia.

Questo drammatico evento non può essere scisso dalle conseguenze del cambiamento climatico, che sta sconvolgendo vaste aree africane e asiatiche con innumerevoli cicloni fuori stagione e tempeste di inusitata potenza, che causano siccità e inondazioni nonché tragici danni permanenti sempre più incalcolabili. Si aprono interrogativi sulla sicurezza del rincorsa sempre più spinta al gigantismo navale, soprattutto delle navi portacontainer, che possono presentare maggiore instabilità per il loro sistema di carico.

Il presidente della SCA, Osama Rabie, ha dichiarato che le regole sul passaggio navi in caso di maltempo non cambieranno, ma l’incidente ha di fatto accelerato i piani di allargamento del Canale, che il Presidente egiziano Abdel Fattah al-Sisi ha approvato a maggio scorso, per la sezione meridionale del Canale, dove si è arenata la Ever Given.

Dopo 6 giorni di frenetiche quanto delicate operazioni, l’Authority del Canale di Suez, con due squadre di soccorso, l’olandese Smit Salvage, controllata della Royal Boskalis Westminster, e Nippon Salvage, entrambi coinvolte dalla proprietà della nave, 14 rimorchiatori, draghe ed escavatori sul terrapieno, è riuscita a risolvere la situazione.

Foto del 25 marzo 2021- Suez Canal Authority via AP

Senza mai fermarsi, nonostante forti venti e maree, l’azione combinata di uomini e mezzi ha disincagliato e riportato in assetto la gigantesca nave, senza danneggiarla e riuscendo a superare il rischio reale che si potesse spezzare al centro.

Dopo aver fatto ormeggiare lungo la sponda del canale le due navi immediatamente prossime all’Ever Given, la portacontainer Maersk Denver e la bulk Asia Ruby III, per dare spazio alle manovre, si è proceduto dragando sotto la prua e la poppa della nave, mentre in superfice gli escavatori sul terrapieno rimuovevano terra e roccia dalle rive del canale e i rimorchiatori, in base alla marea, manovravano con i cavi e sul fianco nave.

Si è riusciti prima a liberare la poppa sfruttando l’alta marea, tirata dritta dal rimorchiatore offshore olandese Alp Guard del Gruppo Teekay, facendola poi ruotare all’indietro parallelamente al Canale. L’operazione si è completata con il disincaglio della prua, liberata grazie alla potenza congiunta dei rimorchiatori offshore Alp Guard e Carlo Magno, del gruppo italiano Augustea.

Un intervento di successo, che ha evitato complicate e onerose operazioni di rimozione di parte del carico, che tra l’altro conteneva circa 100 container di merci pericolose risultati non dichiarati nella richiesta di transito, e di parte delle 2.700 tonnellate di bunker, ma che è stato rattristato dal tragico incidente sul lavoro nel corso delle operazioni, nel quale, purtroppo, un dipendente SCA ha perso la vita.

Rimessa a galla, la Ever Given è rimasta per 3 mesi all’ancora con parte dell’equipaggio, nel Great Bitter Lake, nei pressi della città di Ismalia, sede della SCA, in base a un ordine del tribunale egiziano relativo alla controversia legale per la compensazione dei danni. L’Egitto aveva chiesto inizialmente un risarcimento di 916 milioni, poi sceso a 550 milioni di dollari, per il costo del salvataggio e i danni alle sponde, agli introiti e alla reputazione del Canale.

Il 7 luglio scorso, nel corso di una cerimonia è stato finalmente formalizzato l’accordo tra la SCA, la proprietà della nave, rappresentata dallo studio legale Stann Marine Ldt di Londra, e gli assicuratori (Club P&I del Regno Unito e società del mercato giapponese per scafo e macchinari), i cui termini economici restano sconosciuti per una clausola di riservatezza, eccetto la notizia di un rimorchiatore con capacità di tiro 75 tonnellate ricevuto dalla SCA.

Dopo 106 giorni la Ever Given ha così potuto finalmente riprendere il mare, giungendo a Rotterdam il 29 luglio per le operazioni commerciali.

Nonostante le importanti ripercussioni dell’incidente sul traffico di Suez, nei primi 6 mesi 2021 il Canale ha registrato ricavi per 3 miliardi di dollari, in crescita rispetto al 2020 (2,76 miliardi), e il passaggio di 9.763 navi, il 2% in più rispetto al semestre 2020.

                                                                                   Giovanna Visco

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