La civiltà passa per i porti e ancora una volta dalla AdSP dell’Adriatico Orientale

Le comunità portuali forse più di tutte le altre, tra la necessità impellente e improrogabile di movimentare merci e persone e la consapevolezza dell’impatto che gli arrivi e le partenze tra terra e mare producono verso l’esterno, hanno sviluppato una intelligenza collettiva sensibile, fatta di esperienza, organizzazione e tecnologia. 

La caratteristica di civiltà dei porti

Ciò ha fatto progredire enormemente i servizi sul piano della sicurezza e della qualità del lavoro, ed ha accresciuto le capacità di dialogo, che se ben governate con obiettivi trasparenti di bene comune, portano al mutamento del mero spirito di concorrenza individuale, all’interno di una esperienza di crescita in cui ogni partecipante è consapevole di quali siano le finalità comuni e in che misura può spingere il proprio spazio, senza causare collassi e crisi. Questa caratteristica di civiltà, oggi rende possibile ai porti di affrontare nel ragionamento e nella pratica il tema della sostenibilità ambientale, guardando con chiarezza alle esternalità e coinvolgendo senza pregiudizi di sorta, le istituzioni di territori e regioni.

Il progetto Smooth Ports

In questo senso, nell’ambito del percorso di inclusione del porto nella governance di sistema, la firma di pochi giorni fa di un protocollo di collaborazione tra AdSP dell’Adriatico Orientale e il Comune di Monfalcone sul progetto europeo Smooth Ports, promosso dal Comune che è il soggetto partecipante al progetto, non è semplicemente un mero atto formale, ma è il risultato di politiche di grande portata culturale che cambiano sostanzialmente il modo di affrontare i problemi e di cercare soluzioni, evidenziando vie alternative ai modelli di sviluppo che da tempo hanno dimostrato la loro fallacia.

Il valore della responsabilità ambientale

Abbattere le emissioni inquinanti presuppone l’avere insieme coscienza e amore per dove si vive e per dove si opera, che conduce ad attribuire un alto valore alla responsabilità sociale di preservare la salute e la sopravvivenza generazionale di persone, animali, piante, ambienti naturali o fortemente antropizzati. Significa concordare politiche e attuare pratiche che oggi sono agevolate da strumenti importanti, finanziati dall’Ue, che privilegiano la messa a fattor comune di specificità, problemi e soluzioni, senza pregiudizio sulle diverse dimensioni e caratteristiche dei partecipanti. Tale scelta mette tutti nelle condizioni di aumentare il proprio livello di conoscenza e di approfondimento dei problemi per trovare soluzioni condivise, che creano cultura e senso di appartenenza, senza appiattimenti e prevaricazioni dall’alto. 

Il protocollo di intesa tra Comune di Monfalcone e l’AdSP del Mar Adriatico Orientale

Il progetto Smooth Ports, che sta già vagliando l’uso di eMobility sperimentato dal porto di Trieste e portato come esempio di buona pratica dal Comune di Monfalcone, ora vedrà il pieno coinvolgimento del porto di Monfalcone, in coordinamento con l’Autorità di sistema. Obiettivo del progetto è trovare risposte che riducano le emissioni di CO2 del traffico stradale prodotto dalle attività portuali per il trasporto merci e per le procedure operative e di sdoganamento. In sintesi, agisce su tre linee: sviluppo e miglioramento di procedure e approcci dello sdoganamento delle merci, che chi vive la realtà portuale sa bene quanto congestionamento e quanta circolazione di mezzi è capace di produrre, con focus sul One-Stop-Shop; messa a punto di soluzioni digitali per il governo dei flussi; identificazione di fonti energetiche alternative con cui alimentare diverse attività portuali. 

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Un contesto importante per Monfalcone

Un confronto pragmatico internazionale e nazionale molto importante per la crescita di Monfalcone, considerando anche i partecipanti al progetto, il cui capofila è la Citta Libera e Anseatica di Amburgo: il Comune di Monfalcone; il porto di Amburgo, grande un decimo dell’intera dimensione della città nel suo centro storico;  il porto di Varna sul Mar Nero bulgaro; l’AdSP del Mar Tirreno Settentrionale al governo di 6 porti: Livorno, Capraia, Piombino, Portoferraio, Rio Marina e Cavo; il porto  francese di Nantes Saint-Nazaire, presenza importante per Monfalcone in quanto entrambi poli cantieristici di livello europeo ed internazionale, fortemente specializzati in navi da crociera, traghetti ro-pax e grandi yacht, la cui compresenza potrebbe essere foriera di interessanti sinergie e sviluppi coordinati nella cantieristica civile europea.

Nonostante la pandemia, per la durata complessiva di 42 mesi e finanziato con  oltre 1,1 mln di euro dal programma Interreg Europe, questo lavoro congiunto sta proseguendo con ostinata lungimiranza, nell’interesse delle comunità dei soggetti direttamente coinvolti e di quello europeo, al cui livello saranno condivisi  i risultati finali, come previsto dal progetto stesso e dal contesto del finanziamento.

Il progetto Clean Berth, il primo di governance portuale transfrontaliera

L’attuale governance portuale giuliana ed isontina, che sin dal suo insediamento sta lavorando per una strutturazione a bassa esternalità dei traffici, nella consapevolezza che qualsiasi sviluppo deve saper coesistere con il rispetto e la salute dell’ambiente marino, terrestre e urbano, non solo di prossimità ma regionale, è ora impegnata anche in un altro importante progetto. A marzo scorso, infatti, è partito Clean Berth, il primo progetto di Cooperazione istituzionale transfrontaliera per la sostenibilità ambientale ed efficienza energetica nei porti, di cui proprio l’Autorità di Sistema portuale del Mar Adriatico Orientale è capofila, in partenariato con la AdSp del Mar Adriatico Settentrionale, la Regione Friuli Venezia Giulia, l’Università del Litorale della Slovenia e il porto sloveno di Koper.

Finanziato dal programma Interreg Italia-Slovenia, coinvolge i porti di  Chioggia, Koper,  Monfalcone, Porto Nogaro, Trieste e Venezia, con orizzonte 2022, Clean Berth ha un obiettivo strategico: migliorare l’efficienza energetica per aumentare la sostenibilità ambientale delle attività portuali, facendo leva sulle capacità istituzionali  dei porti, per delineare un percorso di costruzione di una governance di livello transfrontaliero, che incrementi il coordinamento e la cooperazione tra porti per rafforzarne sostenibilità e competitività.

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