Algeria-Cina, 62 anni di buone relazioni aprono opportunità afro-euro-mediterranee

È di pochi giorni fa la sottoscrizione di un accordo bilaterale Algeria-Cina del valore di circa 15 milioni di dollari, di cooperazione economica e tecnica per progetti di economia, commercio, scienza, tecnologia e antiterrorismo. Nel corso della visita ufficiale, la delegazione cinese di alto profilo guidata da Yang Jiechi direttore dell’ufficio della Commissione Affari Esteri del Comitato Centrale del Partito Comunista Cinese è stata ricevuta ad Algeri dal Presidente Abdelmadjid Tebboune e dal Ministro degli Esteri, Sabri Boukadoum,  in un incontro nel quale si sono toccati, nel contesto BRI e del nuovo piano di rilancio economico dell’Algeria, temi di grande portata internazionale quali le tecnologie dell’informazione e della comunicazione.

Le buone relazioni Algeria-Cina

Le buone relazioni tra i due paesi, che contano 62 anni, dal 2014 sono assurte al rango di partnership strategica globale, e proprio nel settore delle telecomunicazioni hanno favorito la realizzazione del primo satellite algerino, ordinato nel 2013 e lanciato nello spazio nel dicembre 2017 dallo Xichang Satellite Launch Center, situato nella provincia cinese di Sichuan, famosa nel mondo per i panda giganti. L’Algeria è il quinto partner commerciale africano della Cina con un interscambio di oltre 9 miliardi di dollari nel 2018, a cui ha fatto seguito nel 2019 un accordo di collaborazione in ambito BRI. 

I paesi africani e il commercio euromediterraneo

I paesi africani sono sempre più proiettati negli scenari internazionali e globali, giocando ruoli attivi, che guardano in prospettiva e pianificano strategie di sopravvivenza e sviluppo, a partire dalla strutturazione dei traffici commerciali, che inevitabilmente guardano l’Europa e il Mediterraneo, aree di primaria importanza.

Il porto di El Hamdania

Fa parte di questo disegno la costruzione del porto algerino in acque profonde di El Hamdania, un megaprogetto di 23 banchine per la movimentazione annua di teus 6,5 mln e di circa 30 mln ton di general cargo. Il suo valore stimato iniziale è di 5/6 mld di dollari, come recentemente ricordato dal Ministro dei trasporti algerino. Finanziato con un prestito pubblico del Fondo Nazionale di Investimento algerino (INF) e da uno a lungo termine della Exim Bank of China, i lavori di sviluppo del progetto furono avviati nel 2016, sulla base di un memorandum che consentì la costituzione di una società mista a maggioranza algerina (51%) tra China State Construction Engineering Company (CSCEC), China Harbour Engineering  Company (CHECH) e l’Authority portuale algerina, e la previsione di una concessione della gestione operativa del porto per un periodo di 25 anni ad un soggetto cinese.  

Come osserva il Dipartimento del Commercio statunitense, ciononostante il progetto, con budget $3,3 mld per installazioni quali attrezzature, sistemi informatici e software, dragaggio, tecnologie e sistemi di movimentazione, e sistemi di informazione navale, offre grandi opportunità a molte aziende specializzate.

I lavori di realizzazione del porto sono stati sospesi nel 2019 senza spiegazioni ufficiali, ma la prospettiva di affermarsi come grande porta delle merci dell’Africa che non ha sbocchi sul mare, attraverso connessioni autostradali e ferroviarie (lper approfondire clicca qui) , ha mantenuto in caldo l’interesse dell’Algeria, impegnata nel rilancio della propria economia. Da un lancio di agenzia Ecofin, a giugno scorso il presidente Tebboune ha dato incarico al primo ministro di “stabilire nuovi contatti con il partner cinese e studiare il progetto su nuove basi trasparenti” da sottoporre al governo entro 3 mesi, ma di cui ancora non si hanno aggiornamenti. 

El Hamdania è un pericoloso concorrente di Tanger Med?

Alcuni osservatori rafforzano l’opinione che l’hub El Hamdania sarebbe un diretto concorrente di Tanger Med, trascurando il fatto che l’Africa è enorme, e che lo sviluppo del commercio tra le due sponde, africana ed europea, e del consumo interno dei 54 Stati che compongono il continente sono in evoluzione e presto richiederanno ben altri spazi. Questo l’Algeria ce l’ha chiaro in testa ed evidentemente anche la Cina, che ne contende la logistica con il resto del mondo.

Il posizionamento dei porti italiani

L’Italia ad un passo dall’Africa e ad un altro dal resto dell’Europa è la regione che sarebbe votata a essere una protagonista di questo processo. Di questo la comunità marittimo- portuale è ben consapevole e mostra di avere sguardo lungo, con iniziative mirate a creare le condizioni logistiche per non essere semplici porte di transito, ma sviluppatori di valore aggiunto ed occupazione. Tale visuale è ben evidente a Trieste, la cui comunità coesa e ben governata è riuscita ad ottenere risultati non solo in termini di movimentazione, ma di reputazione internazionale che solo qualche anno fa sembravano impossibili per un porto italiano.

Governance portuali e terminalisti da Nord a Sud del paese hanno da tempo ampiamente dimostrato di saper resistere alle crisi, di saper anticipare le soluzioni dei problemi, di saper avere sempre la bussola orientata al futuro, ma hanno bisogno di solidi sostegni su cui far crescere e strutturare le attività nei territori. Questi sostegni sono accorte politiche nazionali di sintesi, che concertino porti, aziende manifatturiere, logistica e trasporto terrestre, relazioni internazionali con particolare attenzione all’Africa. Un orizzonte che sembra ancora lontano.

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