Interporto di Trieste: un nuovo modello che guarda al progresso

La nomina del nuovo Consiglio di Amministrazione che resterà in carica fino al 2023 e la conferma  di Paolo Privileggio a Presidente e Amministratore Delegato sono  le decisioni deliberate dalla Assemblea dei Soci di Interporto di Trieste SpA. Si apre un nuovo capitolo nella dirigenza della società, che vede l’ingresso di Duisburger Hafen AG nel nuovo CdA, un gigante della logistica europea che gestisce uno dei più importanti ed avanzati porti interni del mondo, posizionato sulla confluenza fluviale Reno-Ruhr, area economica di eccezionale importanza.

È un cambio di passo della società che negli ultimi anni è diventata una importante realtà  dal punto di vista immobiliare, con la proprietà storica dell’interporto di Fernetti, con le aree di Freeste e con Cervignano. A questo si aggiunge la presenza internazionale di un colosso globale, come il soggetto pubblico gestore del porto di Duisport. È un bel momento, stiamo crescendo e si cresce anche all’interno dell’Interporto,  fondamentalmente il soggetto più dinamico di tutto il nostro sistema”, è il commento del Presidente della Autorità di Sistema Portuale Mar Adriatico Orientale (AdSPMAO), Zeno D’Agostino, alla guida di una delle governance portuali più interessanti a livello europeo.

Nonostante la caduta generalizzata nel 2020 di produzioni e traffici commerciali a seguito della  pandemia Covid-19, l’Interporto di Trieste ha proseguito i suoi piani di cooperazione internazionale, uno degli aspetti emergenti più strategici a livello globale della logistica e delle catene di  approvvigionamento, che ha portato a inizio 2021 alla formalizzazione definitiva dell’ingresso di Duisport nella compagine della società.

Dopo 5 anni di crescita operativa ininterrotta, che nel 2019 ha superato il 140% rispetto all’anno precedente, con la pandemia Covid-19 l’Interporto di Trieste ha garantito l’operatività dei servizi per la circolazione di merci e beni di prima necessità. Complessivamente nel 2020, benchè abbia subito  un calo dei volumi di oltre il 25% rispetto al 2019, Interporto Trieste  ha movimentato quasi 332.000 tonnellate di merci, oltre 6.700 container e 4.100 unità intermodali superando 18.000 teu, e circa 4.300 vagoni ferroviari, tra general cargo e intermodale, per un totale di 330 treni. Un risultato di grande capacità di tenuta in un momento molto difficile per tutti, che ha prodotto un fatturato di circa 8 milioni di euro, che ha mantenuto i conti in nero  e dato anche un utile netto di oltre 40.000 euro.

Ma il dato più significativo è stato l’investimento in risorse umane nell’anno più difficile dell’economia mondiale in tempo di pace, passando ad un organico diretto di 39 dipendenti con la stabilizzazione di 10 persone.

La visione condivisa e la sinergia sviluppata tra importanti soggetti pubblici AdSPMAO, Regione, Comuni, Camera di Commercio, rende Interporto di Trieste un esempio tangibile della funzione strategica del  pubblico, nel creare infrastrutture e servizi di interesse generale efficienti e necessari all’’iniziativa privata per lo sviluppo economico e sociale di attività e territori.

A partire dalla portualità, il Friuli Venezia Giulia sta innervando un sistema logistico che dall’Italia si estende strategicamente verso l’Europa, coinvolgendo anche altri soggetti pubblici europei che condividono la stessa filosofia di cooperazione, come Duisport, mentre è in dirittura di arrivo l’ingresso nella compagine azionaria delle ferrovie austriache Obb, Osterreichsche Bundesbahnen, già presenti a Trieste con Rail Cargo Austria, che movimenta il 40% del traffico su ferro del porto di Trieste. La quota prevista è in sé modesta, compresa tra il 2 e il 3%, ma il suo portato invece è di tutt’altro peso: si tratterà di uno scambio di quote di pari entità tra Interporto di Trieste, attraverso la cessione delle quote da parte della holding regionale Friulia che detiene il pacchetto di maggioranza, e la OBB, che consentirà ad Interporto di Trieste di entrare nella compagine della società di gestione dei terminal di Villaco-Furnitz in Austria, già al centro di un importante progetto di corridoio logistico veloce con il porto di Trieste, e di Budapest-Bilk.

Sul piano regionale, invece, l’ingresso del Comune di Gorizia socio unico di Sdag – Interporto di Gorizia nella compagine societaria di Interporto di Trieste, sostenuto dalla Camera di Commercio Venezia Giulia guidata da Antonio Paoletti, è un ulteriore tassello che rafforza le vie logistiche regionali verso l’Europa dell’Est.  

Nei prossimi mesi Interporto di Trieste lavorerà soprattutto all’efficientamento del terminal in punto franco “FREEeste” di 240.000 mq di Bagnoli della Rosandra, e all’integrazione di Interporto di Cervignano, di cui ha la quota dell’83%, per garantire organicità, sostenibilità e mercati ai traffici. Questo sarà facilitato dalla digitalizzazione di tutte le operazioni portuali di Trieste,  che la AdSPMAO ha implementato con la piattaforma PCS (Port Community System), che la pone all’avanguardia nella portualità europea.

Il raggiungimento di tali obiettivi è garantito anche dalla necessaria determinazione dei soci, espressa efficacemente dalle parole della Presidente di Friulia, Federica Seganti: “Crediamo molto nell’espansione dei traffici e, più in generale, del business dell’Interporto di Trieste”, che ha confermato la volontà di proseguire: “Come azionisti di maggioranza continueremo anche in futuro a scommettere su un sistema che funziona e che oggi può avvalersi anche dell’expertise e della partecipazione di società internazionali leader nel settore”.

Nel quadro economico  globale, in cui grandi potenze restringono le possibilità di tutti facendo ritorsioni e guerre commerciali ovunque, l’esempio di Trieste e del suo Interporto apre nuovi scenari possibili, in cui non è il conflitto ma l’intelligente confluenza su progetti comuni il nuovo modello che guarda al progresso, un segnale che tutte le istituzioni europee dovrebbero cogliere. Per dirla con le parole di Zeno D’Agostino: “L’interporto di Trieste è un anello fondamentale di una piattaforma logistico-portuale strategica a livello europeo, che ha saputo attrarre un player prestigioso come Duisport. Il prossimo step sarà mettere a sistema le opportunità di sviluppo immobiliare del territorio, l’asse con Cervignano e le potenzialità di FREEeste. Specie in questo momento storico dobbiamo guardare a nuove opportunità di crescita concrete e soprattutto sostenibili per il Friuli Venezia Giulia”.

                                                                                                    Giovanna Visco

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